Le 5 Stagioni

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Ho composto il concerto per Oboe ed Orchestra d’archi nel 2021. Eseguito in prima assoluta Sabato 19 marzo 2022 all’ Eglise St André de l’Europe di Parigi nel quadro del Festival dell’oboe 2022 è dedicato alla direttrice del Festival , l’oboista Marika Lombardi. L’Ensemble «Les Virtuoses », sotto la direzione artistica del violinista Vadim Tchijik, eseguiva la parte di archi.
Gli stessi interpreti successivamente hanno registrato l’esecuzione presente in questo CD , che costituisce la prima registrazione assoluta del concerto la cui partitura è uscita per la casa editrice Da Vinci Publishing.

Dietro richiesta e stimolo di Marika Lombardi ho scritto diversa pagine per oboe; la prima del 1992 è Sakountala, poema per oboe solo. Successivamente ho composto una Sonata per oboe e pianoforte, dal titolo emblematico Sonata Invisibile. Entrambi i titoli oggi si trovano nel catalogo delle Edizioni Curci – Milano.
Dopo circa 3 decadi dal primo titolo volevo donare a questo strumento una pagina orchestrale. Dare all’oboe una rilevanza solistica, lasciare la concezione cameristica per affrontare l’impatto sonoro di una compagine orchestrale. In realtà – a posteriori – il Concerto per oboe mi pare tutto tranne che un Concerto in senso stretto, ricondente alla classica dialettica tra Solista e Tutti. Nel mio concerto lo strumento solista è immerso negli archi, in dialogo continuo con essi. Il suono risultante è la sommatoria delle frequenze e dei timbri del solo e del tutti. Il punto di fuga, la messa a fuoco tra il soggetto in primo piano e il suo background non è cosi netto , tanto da chiederci: chi è il solista e chi accompagna?

Il Concerto è costituito da 4 movimenti. I primi 3 movimenti sembrano essere autonomi gli uni dagli altri , 3 mondi diversi a loro volta suddivisi al loro interno in una sotto-movimenti.

Il primo movimento si apre con una melodia all’oboe che riecheggia lo spazio sonoro metafisico di Sakountala. Inizialmente protagonista assoluto e solitario il solista – come in un antico rituale magico – risveglia uno ad uno gli strumenti ad arco , che entrano in scena seguendo il richiamo dell’oboe. Segue un gioco di ritmi, accenti e sincopi. Il movimento finisce con un corale, dove gli strumenti spariscono uno alla volta lasciando al violoncello l’ultima parola.

Il Secondo movimento è una rielaborazione del Preludio in la minore della Suite Inglese di Bach. Paradosso in musica, tutto il materiale è stato preso dal brano per tastiera ma nessuna frase è stata riportata tale e quale.

Il Terzo movimento rallenta il ritmo e il respiro si espande. Segue una cadenza di oboe che fa da ponte all’ultimo movimento che riprende il materiale del primo. Vedendo tutta la composizione dall’alto ci appare dunque con una forma circolare, che racchiude tutte i movimenti e i sotto movimenti, ricomponendoli e a armonizzandoli in un unico organismo.

 

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